Marzo 2014, Berlino Cacio e Pepe. Di Andrea D’Addio
Non capita spesso di potere vedere una bella mostra, una di quelle che non solo ti fanno pensare “finalmente qualcosa di nuovo e di bello”, ma che assieme a “quel qualcosa di nuovo e di bello” si portano anche tante altre domande che ritornano anche dopo che si è usciti e si sta passeggiando per strada, come un complesso film di cui si vuole cercare di capire il messaggio: come è stata realizzata quell’opera? Sarebbe la stessa cosa con una luce o un’ambientazione diversa?
Le sculture di Bruno Melappioni esposte presso la neonata Pink Zeppelin Gallery di Gryphius Strasse 10 hanno questa qualità. Sono dinamiche. E non solo perché sono tutte donne immortalate nel mentre di un’azione, ballerina, nuotatrice, trapezista, e così via (non a caso il titolo dell’esposizione è Women On the Action Wire), ma perché guardandole sembra davvero che si rinnovino ad ogni istante, come se la principale caratteristica di ogni statua, ovvero l’essere immobile, sia la prima a non appartenerle. E del resto è così. Le opere di Bruno Melappioni sono sculture prima di tutto d’aria. Realizzate in fil di ferro, ritraggono i contorni lasciando che sia la luce a riempire i corpi.
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